EMANUELA BARBI

IN ALTO MARE 2018-2020 – Il progetto nasce nel 2018, durante una navigazione in Adriatico verso le isole Tremiti. È questa l’esperienza meditativa in cui l’artista decide di realizzare ritratti di pesci. In Alto Mare è sicuramente una denuncia ambientale, consumandosi nelle sue profondità i peggiori abusi o sfruttamenti contro la natura, tra estrazioni ed emissioni di CO2, ma allo stesso tempo è anche una allegoria che simboleggia la condizione dello stato delle cose, alludendo alla vita lontana dalla terraferma, messa in possibili stati di criticità da dove se ne esce solo nel rispetto delle regole. Nascono così sei opere fotografiche uniche, stampate su organza di seta, nel formato 70×100 cm.
Figure leggere, trasparenti e fluttuanti, si astraggono come acquerelli. Sono Ritratti fotografici di pesci del Nostro mare, fotografie di carattere scientifico e di ricerca antropologica, tratti somatici, maschere primordiali, maschere mitologiche e sciamaniche. È l’incontro con creature dell’abisso che navigano al buio, vivono sui fondali e sono colorate di filtri di luce. “Contaminate dall’artifizio, esse divengono icone marine”, dice l’artista. Le forme viventi dei fondali marini risultano stampate su organza di seta, mantenendone le trasparenze, come fossero acquerelli! 

Emanuela Barbi – Artista italiana contemporanea multimediale. Fin dalla fine degli anni ‘80 sceglie di lavorare con una fotografia dal carattere istallativo-concettuale, mai concepita bidimensionalmente e sempre riguardante lo spazio d’intervento in forma progettuale. La figurazione, l’autoritratto, i tableau viventi, gli interventi comportamentali introspettivi hanno caratterizzato scelte figurative di tipo spesso sociale.
Un attivismo ecologista ed ambientalista, il naturismo, accompagnano la sua vita e le scelte professionali. Rappresentazioni del proprio quotidiano diventano opere, che evidenziano il carattere spirituale ed intimo della ricerca fatta non solo di rappresentazione ma di esperienze vissute, e anche di una propria, originale, realtà visionaria.
L’uso del video permette all’artista di documentare le proprie performance, le ‘azioni’ che diventano video-istallazioni e che trovano spazio nei progetti più diversi e ambiti.
Libera nell’uso dei materiali, oltre alla fotografia Emanuela Barbi preferisce progettare manufatti realizzati da artigiani, collaborare con musicisti o altri artisti usando materiale organico, detriti marini, conchiglie, ossa, lana, tessuto.  La raccolta e la ricerca dei materiali stessi diventano parte del lavoro dell’artista, mettono in evidenza l’aspetto meditativo e quotidiano dell’intera sua filosofia o indagine.
Emanuela Barbi non trascura la dimensione antropologica della sua ricerca. Di se stessa dice: “Sono interessata ad aspetti alchemici, sciamanici e olistici, ai rituali, alla terra e ai territori”. L’opera prende un carattere multisensoriale e la ricerca diventa un nutrimento dove anche ferro, sale, acqua e fuoco divengono strumenti di lavoro, e il tutto assume un carattere relazionale basato sulla consumazione collettiva, sull’offerta del cibo.
Nel tempo l’artista realizza diverse opere di carattere relazionale, collabora con altri artisti, con collettivi, integrando esperienze diverse che riflette nei progetti. 

Veronica, 2013
stampa digitale su tela di cotone, amo, filo da pesca
cm 120x160
Lichens, 2013
stampa digitale su carta murale
cm 100x140
My name is Mohanad Jammo, 2018
Installazione Audio
Conchiglia Tonna Galea, telefono, altoparlante
dimensioni variabili

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