ALESSANDRO GABINI

LOVE DISTORTION, 2020  Sette originali sculture in ceramica vivono, attraverso Love Distortion, in differenti forme cromatiche. Sette opere policrome mostrano un lupo e una pecora nell’espressione archetipica della favola, nel sarcastico magistrale insegnamento educativo degli exempla delle fabulae di Esopo. La ceramica delle opere di Alessandro Gabini ha i colori naturali, vividi e materici del nostro Sud.
La scultura sintetizza visivamente il legame stretto e vitale, di assoluta dipendenza, tra l’essere umano, il mondo vegetale e quello animale. In Love Distortion, le forme sagomate in argilla sono esemplari unici. Sette forme originali interpretano, in sintesi, la metafora del lupo e della pecora. I sette archetipi sono rappresentati all’inizio della loro classica duale scissione, il maschile e il femminile, una condizione presente interiormente in ciascun essere e proiettata o agita in qualche modo all’esterno.
“La rivincita dei più deboli, le perversioni dei più forti, una sovversione amorosa, un’utopia rosa”, dichiara l’artista. L’argilla colorata è già nella materia della ceramica che viene amalgamata nei ‘fogli’ sagomati di terracotta. Ottenuti dalla terra, i colori fanno direttamente parte dell’impasto, nelle opere, ognuna delle quali di misure complessive di cm 36 x 32 x 4. Pur non essendo smaltata, la ceramica ha nell’impasto le cromie naturali, gli effetti materici che vanno dal rosso al verde, al blu. L’argilla non mente, e l’artista contribuisce ad assegnare alla materia il rispetto che merita.

La produzione Love Distortion ha visto la collaborazione artistica di Natascia Fenoglio.

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ALESSANDRO GABINI – Nato a Pescara (1976), vive e lavora a Milano. L’artista esplora i linguaggi sia visivi sia musicali spaziando dall’arte alla musica.
Disegni al tratto, chiaroscuri, animazioni, sculture di cartone e ceramica si snodano in un percorso di sperimentazione dal carattere ironico e leggero con uno sguardo puntato sugli scenari involuti, grotteschi e patetici, che la società dell’uomo produce. Tra visioni oniriche e mondi surreali, tanto assurdi quanto possibili, Alessandro Gabini alterna matita a basso elettrico, segni grafici a suoni ruvidi, in una ricerca contaminata da heavy metal e graphic design, punk e cartoni animati, hip-hop e fumetti. Registra e pubblica, con lo pseudonimo Gaben, due album, Cane (Benka Records, 2010), e Vado (Vina Records, 2016) di cui cura testi e videoclip. Nelle sue mostre lo spettatore vive la sfida di combinare diversi effetti visivi, al fine di comprenderne appieno il lavoro.

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